Verba volant, silentio manent. (Parole sull’acqua).

17 marzo 2012

I conti tornano sempre, e se non tornano, basta aspettare che il tempo faccia il suo lavoro, riduca tutto alla giusta misura, d’altronde anche per trovare la giusta prospettiva dalla quale osservare qualcosa da lontano, che prima ci sembrava vicino, c’è bisogno di tempo. Tutto è relativo al tempo e allo spazio, anche le parole ribadite, le affermazioni sostenute con sicurezza, fermezza sono soffiate dal vento mutevole che spazza via dei momenti circoscritti. “Verba volant” quindi, e non solo le “verba”, il veicolo, ma anche il suo messaggio si è disperso, distorto, scomparso, ripudiato, fino a rinnegare quella maschera di se stesso e a tramutarsi in silenzio, che è assenza di forma e sostanza (o impressione sensoria di essa). Il silenzio afferma se stesso nella negazione, è assenza di suono, ma dire che sia senza sostanza non è esatto, dire che è vuoto significa solo affermare che è sostanza priva di percezione, sostanza pura dunque; l’essenza del suono è l’assenza di esso ed è anche assenza di messaggio, di significato, la ragione trova nel silenzio l’antidoto alla visione univoca, unilaterale, parziale, faziosa, (illusoria tanto quanto, al principio, si rivelò assertiva), della nostra percezione sensoriale.

Ergo…verba volant, silentio manent.

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